I nostri figli non sanno aspettare. Anche e soprattutto quelli più grandicelli. Non penso sia solo il mio, ne vedo tanti: chiamano insistentemente anche se stai facendo un’altra cosa, vogliono mangiare prima, si stufano alla fermata del tram…
In fondo, pensavo, non è neanche colpa loro. Noi non eravamo così, ma abbiamo avuto un allenatore d’eccezione: la vita prima della tecnologia.
Aspettavamo ore davanti al registratore la nostra canzone preferita per premere Rec.
Aspettavamo che gli amici citofonassero, perché se ormai erano usciti di casa non c’era modo per rintracciarli.
Aspettavamo che si liberasse la cabina del telefono e il gioco in sala giochi.
Aspettavamo le lettere d’amore via posta e le cartoline in estate.
Aspettavamo che la sorella maggiore o la cugina più alta ci passassero quella felpa che ci piaceva tanto, perché comprarne due uguali era impensabile, prima o poi sarebbe arrivata.
E poi le fermate del tram senza il pannello con i minuti di attesa, le code anche di notte davanti ai negozi che vendevano i biglietti dei concerti, il fax del cartolaio, la palla dall’altra parte della siepe (che se non passava nessuno a ripassarcela erano guai perché mica avevamo dieci diversi palloni a casa), il nostro turno alla tv (che quando eravamo bambini ce n’era una a casa) e al telefono fisso…
Non siamo degli eroi ed è inutile essere nostalgici, però è la verità. Noi sapevamo aspettare, i nostri figli no e non è un bene.
I nostri figli non sanno aspettare, ecco perché
Follow @MammeRock Tweet
I nostri figli non sanno aspettare, ecco perché
ultima modifica: 2017-06-14T18:01:01+00:00
da
Seguici su: