Ho detto no al ritrovo del liceo. Per tre motivi e tanti sogni.



Ho detto no al ritrovo del liceo. Per tre motivi e tanti sogni. ultima modifica: 2016-09-28T17:12:17+00:00 da Camilla Montella
Me l'ha scritto qualche giorno fa l'unica persona che vedo ancora della mia classe del liceo: “C'è un ritrovo di ex studenti dell'Einstein, andiamo?”

No. Secco, deciso.

  1. Se non vedo più delle persone ci sarà un motivo. Ora, una o due di queste possono essersi perse per strada per sfiga, e me ne dispiace, ma non certo tutte e 25.

  2. Il ricordo di quelle persone è intatto da 20 anni, perché devo renderlo attuale? Perché devo vedere quello con i capelli lunghi diventato pelato, quello sportivo diventato flaccido, quello con gli occhi penetranti ingabbiato in occhiali a fondo di bottiglia? Sì, potrei anche vedere la superfiga diventata rugosa, ma non ne vale la pena. In fondo anche la superfiga mi è servita così com'era: lei era la più bella e io dovevo restare umile, ne ho fatto un insegnamento per tutta la vita.

  3. Ma soprattutto, non voglio che diventi una gara, una gara di vita “migliore”. E lo diventerebbe, ne sono certa. Perché a degli sconosciuti (tali sono, oggi) non racconti le sofferenze né racconti le fatiche che hai fatto per raggiungere le tue conquiste. Racconti le cose fighe e così farebbero tutti: ci sarebbe la scalata a quante lauree hai preso, quanti figli hai avuto, quanto è bello il tuo lavoro, quanto guadagni, da quanti anni stai con tuo marito, in che quartiere abiti, che macchina guidi....


No no, grazie, sto a posto così. Sto a posto ricordando il mio fidanzatino di allora con l'orecchino e il codino. Sto a posto senza sapere che lavoro fa adesso quello che mi faceva morire dal ridere in ultimo banco e senza vedere in giacca e cravatta quello che sembrava uscito da Woodstock. Sto a posto senza sapere che pagelle ha dato loro la vita..

Sto a posto sognando che quello che non studiava e passava il tempo a disegnare manga adesso viva in Giappone e non sia diventato uno squalo della finanza. Che quello che mi scriveva le poesie si ricordi ancora di me. Che quello che disegnava sui muri della scala di servizio sia oggi Banksy. Che quello che voleva diventare un calciatore di professione abbia giocato in Serie A. Che le ragazze non siano invecchiate dentro e abbiano la testa ancora piena di fiori.

Non voglio barattare questi sogni per una stretta di mano a una persona a cui dovrei chiedere “tu sei...?”

einstein-foto2

La foto dell'evento aperto su Facebook

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