Tra natura e chitarre fin da piccolissimo
Ci ho pensato bene adesso, nel mezzo di una settimana molto piena.
Martedì sono uscita da sola con le amiche, lasciando mio figlio al papà (guardate che i papà sono in grado di curare i figli!) e tornando anche abbastanza tardi: le amiche, con o senza figli, io le vedo anche dopo essere diventata mamma. Certo, meno spesso, ma solitamente una serata ogni dieci giorni me la prendo.
Mercoledì è venuta un’amica a cena, abbiamo mangiato tutti insieme (anche ‘sta storia che i bambini devono mangiare alle sei e mezza e poi andare subito a letto io non l’ho mai condivisa) e poi ci siamo messi a giocare, chiacchierare, ridere e scherzare sempre tutti insieme, con anche mio figlio (chiunque entri dalla nostra porta deve fare almeno dieci sessioni di nascondino prima di sedersi cinque minuti). Non ho mai trovato nessun amico, maschio o femmina, che ci abbia detto “cheppalle” la serata con anche il bambino.
Venerdì (oggi) io e un’amica portiamo i bambini (il mio e il suo, quasi 4 e quasi 3 anni) a vedere Expo di sera, con l’albero della vita illuminato, i giochi d’acqua e tutti i colori di un posto adattissimo anche ai piccoli. Certo, abitiamo a Milano quindi non dobbiamo fare molta strada, ma ci siamo sentite dire che siamo pazze perché sarà una faticaccia. La mia bisnonna diceva una cosa molto saggia: “Fai, vai, vivi.. avrai tanto tempo per riposarti nella tomba”.
Papà e figlio al Blues Bikers Pub
Sabato sera per il mio compleanno andremo con gli amici e i figli degli amici in un locale normale (cioè, non specifico per minori) ma dove ci conoscono da anni e sono ben contenti di avere anche piccoli terremoti in giro. Per quella sera mio figlio andrà a letto tardi? Sì, tira anche mezzanotte ogni tanto. E lo fa non perché è trascinato, ma perché corre di qua e di là come una trottola, va dietro il bancone, guarda ammirato il flipper e balla con la musica. Sono una mamma degenere? I bambini stanno meglio tutte le sere a casa loro sul tappeto? Ah. E chi lo dice? Mio figlio ogni tanto si sveglia la mattina e mi chiede se la sera andremo a giocare al Blues Bikers (“Blubbaicher”).
Al bancone
Sì, dimenticavo, dove andiamo noi è un locale per motociclisti. Uhhhhh orrore! Vi dico una cosa. Raramente ho visto adulti così teneri coi bambini. Una volta a una grigliata sul fiume che avevamo fatto, due energumeni tatuati, con pizzetto, moto, bandana e capelli lunghi si sono messi per terra a giocare con mio figlio un’ora con secchiello e paletta. Quelle rare volte che vado al Blues Biker senza pargolo, mi guardano male e mi dicono che senza “il piccolo motociclista” posso anche non presentarmi.
Alla grigliata di motociclisti
Ah, ultima cosa, quest’anno faremo tre settimane di vacanza tutti insieme (non vedo perché lasciare il bambino dai nonni per farmi dei giorni senza). Due settimane tra mare e montagna, che è giusto, i bambini si divertono lì, e cinque giorni a Stoccolma. Un mini-viaggetto me lo merito, io che prima di diventare mamma vagavo per il mondo zaino in spalla, e troveremo il modo per far divertire anche nostro figlio. Ecco, sui viaggi un po’ di rinunce vanno fatte, magari la Via della Seta in pullman la devi rimandare. Ma non per sempre, i bambini crescono e sono mille volte più curiosi di noi.
Alle persone che pensano che la vita finisca con un figlio, voglio dire che la mia è iniziata. Più faticosa forse, ma più ricca. E rinunciando a molte meno cose di quello che sembra: semplicemente le faccio con il mio bambino.
Alle mamme che vivono in un salotto o in spazi esclusivamente pensati per i bambini, invece, voglio dire che il mondo è bellissimo là fuori, non fatelo perdere ai vostri figli.
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