Il salvadanaio rosa con cui imparai a risparmiare

Quando ero bambina, mio papà tornava dall’ufficio e si svuotava le tasche su un mobiletto in camera sua. Portafoglio, monete, chiavi, bottoni staccati... Io gli girellavo attorno mentre si cambiava e poi gli chiedevo se potevo “prendere una moneta”. Mio padre diceva di sì distrattamente e ce ne andavamo a mangiare. Dopo diversi giorni i miei fecero una scoperta che hanno raccontato agli amici per anni (e ancora oggi me la ricordano).

Nel mio salvadanaio a forma di fantasma rosa hanno trovato un mucchio di banconote, ma tante eh! Per me, 6enne senza malizia, “una moneta” era indifferentemente quella di metallo come quella di carta, quindi dal mobiletto avevo preso sia le 100 lire che le 20mila, pare anche un 50mila!

Mio padre ci rise su (ma dopo avermi chiesto di fare a cambio: lui mi dava una moneta e io sganciavo la carta), ma fu anche un po’ orgoglioso. Quei soldi li avevo messi da parte, come in un mio libretto di risparmio rosa. Ce l’ho ancora quel salvadanaio, mi serve per ricordarmi come devono essere usati i soldi.

Il fantasma salvadanaio

Chissà come fece mio padre a insegnarmi che il denaro non va buttato nel water. Chissà se “è Dna”: tipo che era così mio padre, sono così io e sarà così mio figlio. O se alla prima paghetta il pargolo andrà a spendersela tutta in orsetti gommosi limited edition.

Chissà se basterà la favola della cicala e della formica che hanno letto settimana scorsa all’asilo per insegnargli qualcosa. Contando che è tornato dicendo che vuole allevare una cicala in terrazza per suonare la sua tromba giocattolo con lei, non mi fiderei tanto.  Però mi hanno detto che c’è un progetto nuovo per educare le nuove generazioni al risparmio, divertendosi. E’ un sito con vignette, cartoni, giochi interattivi e disegni da colorare.

Intanto so come spiegargli cos’è il suo libretto di risparmio: è come il mio fantasma rosa, conserverà i soldi per qualcosa di importante per lui. Chissà, forse per le rette dell’università o per  l’affitto del primo monolocale o per il viaggio dei suoi sogni. O forse per la sua prima tromba vera, da suonare ripensando alla cicala sul balcone che voleva allevare quando era piccolo.